Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 41
Sito web: www.comune.maruggio.ta.it
CAP: 74020
Prefisso: 74020
Abitanti: 5.255 (30-11-2020)
Il sostantivo “maruggio” è presente in diversi dialetti dell’Italia, soprattutto meridionale: nella variante toscana è marubio, in quella siciliana marrùggiu (manico di zappa), in quella calabrese marruggieddu (lapazio), in quella salentina ammarrùggëlë (un’erba dalle foglie di colore bianco) e anche in quella locale maruggiu (un’erba dalle proprietà curativa). A Maruggio questo sostantivo era usato per indicare un particolare tipo di erba abbondantemente presente nella valle dove esso si trova e da questa è derivato il nome. C’è invece chi afferma che il nome derivi dall’unione di mare uggioso, visto che il mare presso la costa maruggese è sempre mosso e porta molta umidità alla zona. Inoltre nuove ipotesi affermano che il nome venne dato dai mori i quali, dopo l’assedio di Taranto nell’847, si fermarono nel luogo e lo chiamarono Marubium o Marusium.
Il territorio fu popolato sin dalla Preistoria, di cui si sono avuti ritrovamenti sparsi nelle contrade di Roselle, Curso, Cravara, Cirenaica, Madonnina, Commenda, Spirito Santo e Mirante. Nell’area di contrada Castigno è stata segnalata l’esistenza di un villaggio databile tra il V ed il III millennio a.C. e di un successivo insediamento greco-romano, protrattosi sino al V-VI secolo d.C. Altri ritrovamenti si sono avuti nelle aree di monte dell’Ovo, di Monte Maciulo e di Monte Maggio, presso la masseria Grazioli. Inoltre l’archeologo Peter Throckmorton nel 1965 scoprì il relitto di una nave greca nel mare antistante le contrade Capoccia e Scorcialupi.
Secondo alcune leggende il paese vero e proprio di Maruggio sarebbe stato fondato da Mario, compagno di Marsia, oppure da genti dei Marsi che avrebbero chiamato il nuovo insediamento come la loro capitale Marruvium.
La storiografia invece data la fondazione del paese agli inizi del Medioevo tra il IX e il X secolo (la data è però incerta tra l’870 e 963). Il paese inoltre venne fondato, in una posizione nascosta entro un avvallamento naturale per non essere molto visibile dal mare e quindi per difendersi dagli attacchi saraceni e fu abitato dai superstiti dei casali di Castigno, Olivaro, San Nicolò, Civitecchia, Albano e Roselle, che erano stati distrutti da tali incursioni. Il fondatore del paese fu stato Gorgolano, governatore bizantino sotto Niceforo Foca.
Maruggio fu feudo dapprima della famiglia Cateniano e in seguito, a partire dal 1130, anno in cui Ruggero II unificò il Ducato di Puglia a quello di Calabria dando vita al Regno di Sicilia, fu in possesso dei De Marresio (o Marrese).
In questo periodo i Templari ottennero una mansione nel feudo e grazie a loro vennero prosciugati i terreni paludosi attorno al paese e si sviluppo l’attività di estrazione del sale dagli stagni lungo la costa. Una testimonianza che accerta la presenza dei Templari a Maruggio è un atto datato al 9 ottobre 1320, appartenente ai registri della cancelleria angioina, andato perduto e giunto a noi grazie alla trascrizione del XIX secolo fatta dallo storico napoletano Camillo Minieri Riccio. Vi sono diverse ipotesi[senza fonte] le quali collocano la mansione o nel sito dell’attuale castello o nel luogo in cui oggi sorge la chiesa della Madonna del Verde che, proprio dal nome dei Templari sarebbe stata chiamata chiesa della Madonna del Tempio.
Nel marzo 1308 i Templari furono soppressi e i loro membri furono arrestati: a Maruggio i loro beni (che nel frattempo erano stati assegnati in custodia a Giovanna Caballaro dal giudice Pietro Porcario di Aversa, responsabile della gestione dei beni dell’ordine disciolto in Terra d’Otranto) nel maggio del 1312 furono assegnati da papa Clemente V ai Giovanniti (o Cavalieri di Malta). Il passaggio del feudo ai nuovi proprietari ebbe luogo solo nel 1317[4]. Nel 1401 il paese fu infeudato a un capitano di ventura, Ottino de Caris e, dopo alterne vicende, il feudo passò sotto l’amministrazione di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, principe di Taranto e alla morte di quest’ultimo nel 1463, venne incamerato al fisco.
In questo periodo i Cavalieri di Malta diedero grande impulso allo sviluppo cittadino, contribuendo alla protezione del paese contro i pirati turchi, con la costruzione del castello, delle mura di cinta (oggi non più visibili) e delle torri costiere. Nello stesso anno furono emanati i capitoli della Bagliva. Ai cavalieri di Malta si attribuisce inoltre la fondazione della chiesa di San Giovanni e quella della Madonna del Verde.
Il 13 giugno 1637 un’incursione da parte dei pirati saraceni provocò gravi danni. Altri tentativi vennero respinti. Fu l’unica incursione avvenuta a Maruggio. In ricordo dell’evento si iniziò a venerare sant’Antonio, festeggiato nella ricorrenza dell’incursione.
Nella seconda metà del Seicento, sotto il commendatore Gregorio Carafa, il paese iniziò ad espandersi anche fuori dalle mura e la nuova zona venne detta “Borgo” o “Brulo”. Nel paese si costruirono dimore signorili a due piani e si abbellirono con i balconi le facciate di antiche abitazioni.
Il 20 febbraio 1743 un violento terremoto (noto anche come il terremoto di Nardò), interessò anche Maruggio, distruggendo il rosone romanico della chiesa madre, in seguito ricostruito.
I cavalieri di Malta governarono Maruggio ininterrottamente dal 1317 al 1819, quando la commenda scomparve definitivamente, dopo essere stata già soppressa il 2 agosto del 1806. Così nel 1819 Maruggio ottenne lo status di libero comune come lo è tuttora. Pochi anni dopo quella data, nel 1861, il paese contava 1644 abitanti. Oggi ne conta più di 5.000 e il sindaco di Maruggio è Alberto Chimienti.
fonte: wikipedia.it